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mercoledì 18 gennaio 2017

diteggiatura mano sinistra


La diteggiatura è la realizzazione manuale di una serie di scelte interpretative che la precedono. Prima si decide come suonare (fraseggio, intensità, colori, espressione, articolazioni: legato, staccato, sforzato, portato, etc.) un determinato pezzo. Quando si ha ben chiaro in mente come lo si vuol suonare, si procede a diteggiarlo, e la diteggiatura è precisamente l'atto concreto con il quale l'idea interpretativa si rivela in suono. Poiché la chitarra è uno strumento che offre un numero molto alto di opzioni, la diteggiatura è soprattutto una serie di scelte da operare tra tante possibilità: la più vicina all'idea, quella che meglio la realizza, è quella giusta.

Le diteggiature già pronte manifestano (o almeno dovrebbero) il pensiero interpretativo dell'esecutore che le ha scritte. Prenderne conoscenza è spesso un aiuto, ancora più spesso un modo sicuro per fuorviarsi, ma in ogni caso il leggerle e l'adottarle senza avere compreso il nesso esistente tra l'idea musicale e la cifra, è del tutto inutile. Nel caso di interpreti già formati, le diteggiature altrui sono di ben poco interesse. Nel caso di studenti, possono funzionare anche come chiavi per far comprendere la forma delle frasi.
Ad ogni modo ci sono un paio di piccole regole che, al fine di una esecuzione fluida, vanno rispettate:

Quando si cambia posizione cercare di mantenere il contatto di almeno un dito sulla corda. Se non e’ possibile e bisogna staccare tutte le dita  cercare di restare nella stessa posizione.

Se il passaggio riguarda più’ di una nota e non riesce dopo numerosi tentativi, bisogna semplificarlo: ad esempio dobbiamo spostare una accordo di tre note, individuare “il percorso” di ogni dito, noterete che qualche dito deve fare una distanza maggiore di un altro, prenderne coscienza. 
Provare a cambiare di posizione un dito alla volta, memorizzando gesti e distanze, lentamente. Successivamente, quando le dita singolarmente hanno capito e assimilato il tragitto, iniziare a mettere insieme due dita, con la stessa procedura, da ultimo, solo quando viene bene il passaggio di due note, provare con tutte. 
Se non riesce, con pazienza e intelligenza, ritornare indietro e riprovare con due.
Il tutto e’ basato sull’intelligenza e l’umilta’ di non provare mai al limite della velocità’, non tentare di fare ora  quello che vi piacerebbe fare, ma quello che al momento potete fare.

State sempre con la postura vigile e rilassata, sentite i gesti fluidi, sentite le dita sulle corde, se ci sono difficolta’ rallentate fino ad una dimensione che consenta al corpo di percepire il contatto , sempre con umiltà’, studiare lentamente non e’ vergogna, la vergogna e’ non voler capire e credere che chi studia velocemente e’ il più. bravo…ma si arrampica sugli specchi, prima o poi riscivola indietro.
Chi invece procede lentamente assimilando volta per volta vedra’ il povero ‘velocista” restare indietro e lui percorrere tranquillamente il proprio cammino.

lunedì 16 gennaio 2017

musica, emozione, ritmo


Ogni musica ha un’influenza differente in base al genere e alla tipologia.
La musica è un linguaggio universale, da sempre l’uomo ne fa uso per accrescere il benessere e la salute e sconfiggere la malattia
La fisica ha dimostrato che la materia stessa è una forma di energia.
Anche la musica è un’energia e come tutte le energie ha una sua lunghezza d’onda ed una frequenza. Come tale, agisce direttamente con gli altri campi energetici che incontra. Quali effetti può avere la musica sull’uomo?
Quali sono gli elementi che caratterizzano la musica e che ne giustificano l’effetto sull’ organismo?
Ogni musica ha un’influenza differente in base al genere e alla tipologia. ed  è caratterizzata dalla combinazione di cinque elementi: il ritmo, il tono, la melodia, l’armonia e il timbro e il tutto e' guidato dall'emozione.

L'emozione è una energia ancestrale e naturalmente "primitiva" come può esserlo l'onda del mare, paragonabile all'onda del "mare interiore" dell'uomo. Le emozioni rappresentano quindi un livello primordiale più vicino ai centri delle energie del profondo, proprio perché più "primitivo" e non razionale, ma non per questo non intelligente, anzi, depositario di una intelligenza non mediata ed intuitiva che spesso sorprende la razionalità. Caricare una parola di emozione e di significato equivale a renderla vicina alla musica e quindi di dotarla di potenzialità vibratoria in grado di far vibrare i Chakra e di armonizzare l'essere umano durante il movimento delle energie interiori.

Il Ritmo è il più potente elemento della musica e dagli effetti immediati: il ritmo della musica più attivare e stimolare il nostro corpo, incrementando l’attività cardiaca, la temperatura corporea oppure calmare. La nostra vita ha dei ritmi vari e molto complessi che sono frutto di alternanza di emozioni e sentimenti.
Il ritmo non e’  il tempo: il tempo la velocità’ metronomica del brano,  ed e' fissa;
Il ritmo e’ simile al tempo, ma la velocità’  e’ elastica e contiene le energie, che sono diverse in ogni momento della battuta. 
Pensare a quando si pianta un chiodo: prima il martello prende la rincorsa calcolando l’energia necessaria, quindi arriverà’ sul chiodo. Bene, la “rincorsa” del martello e’ una carica di energia e rappresenta il levare, la fine della battuta e il preludio alla successiva, e quando il martello arriva sul chiodo scarica l’energia precedentemente accumulata nel levare, e si ha il battere. 

Questo e’ un piccolo esempio del tempo di 2/4, un battere e un levare. 
Da notare che ogni battere deriva da un levare, anche immaginario, e’ impensabile piantare un chiodo senza prima aver alzato il martello, quindi ogni battere dipende dal levare precedente, e’ una legge di natura, non basta quindi pensare ad un accento forte sul battere e uno debole sul levare, a questo non e’ affatto ritmo, e’ una cosa artificiale non naturale, bisogna che il corpo percepisca questo accumulo di energia, come sollevasse qualcosa e poi lo scaricasse, quasi nel levare aumentassimo di peso, percependolo nel contatto con la sedia e coi piedi, per poi liberarci nel battere successivo. Questo peso può’ essere un quintale o un milligrammo, dipende, e di conseguenza sarà’ il battere. Ci possono essere eccezioni, si può’ caricare il levare di una grande energia…che poi disperderemo aspettando di scaricarne solo una piccola parte, sara' la musica a suggerirlo, sara' l'amore.

domenica 15 gennaio 2017

Dinamica e Gesto

I simboli che usualmente troviamo in uno spartito, come forte, mezzo forte, piano ecc. non hanno significato se non sono associati a un reale stato d’animo; come quando parliamo, parliamo forte per un motivo: o l’altra persona e’ sorda, o e’ lontana, oppure sono arrabbiato, saranno diversi tipi di forte, caricati da una diversa emozione. 
Lo stesso dicasi per ogni altra forma di dinamica, l’essenziale e’ che siano sempre accompagnati da una motivazione: perché’ suonerò’ forte o piano? Cosa mi spinge? Solo perché’ l’autore ha scritto quei simboli? 
Se li ha scritti vorra’ pure dire qualcosa; e se li metto io di mia iniziativa sara’ perché’ ho individuato delle ragioni emotive appropriare per quella frase, comunque sempre ci deve essere una ragione e questa ragione deve essere sentita, vissuta, va cercato il suono giusto ed eventualmente elasticizzare il ritmo adeguatamente secondo il caso. 
Mai accontentarsi di premere le corde piano o forte, non ha senso, e’ da pazzi: immaginate che mentre state parlando con una persona questo senza ragione comincia ad alzare la voce o a parlare piano piano, cosa pensate? “Quello e’ matto,” e’ la sola risposta, a meno che non sussista una ragione emotiva che giustifichi questo cambio di volume.
La biodinamica insegna ad avere un perfetto controllo della gestualita’, prendere coscienza della parte che produce il gesto, assegnargli l’esatta quantità’ e qualità’  di energia. Nello stesso tempo e’ necessario controllare le altre parti del corpo  che non concorrono alla produzione del movimento, ma che solo “osservano” la parte che si muove. 
Ad esempio se io muovo un braccio, lo muovero’ rispetto al resto del corpo che rimane fermo, muovero’ solo il braccio e il movimento sarà’ elastico, armonico e libero da tensioni opposte, usero’ solo la quantità’ di energia necessaria a quel dato movimento.
Lo stesso dicasi quando ci sarà’ un cambio di posizione, la mano sinistra andrà’ a suonare in un’altro capotasto, cosa succede? 
Quello che suona e’ il dito, quindi il movimento partita’ dalla punta del dito, che si tirera’ dietro la mano che si tirera’ il braccio, il tutto rispetto al busto che rimarra’ immobile, non rigido, quando ci troveremo nella necessita’ di muovere anche parte del busto, va bene, ma il movimento partira’ sempre ed esclusivamente dalla punta del dito, come una locomotiva (il dito) che si tira dietro i vagoni (mano, braccio ecc.). 
Dunque ci si muove sempre rispetto al resto del corpo che sta fermo, come il positivo e il negativo di una batteria.
La biodinamica consiste quindi nella presa di coscienza del corpo e delle sue energie, della consapevolezza dei movimenti e della loro motivazione emotiva, avere tecnica vuol dire questo, non riuscire ad andare veloci o a suonare un brano difficile, quella e’ solo meccanica, la tecnica si può’ dire e’ meccanica realizzata con partecipazione emotiva e coscienza delle energie vitali .